Ci riprovo.
È domenica, fuori è già buio, il tentativo di sonnellino pomeridiano non è stato un gran successo, il cane è a forma di ciambella sulle mie gambe e ho appena lanciato un video di musica orchestrale che dura 45 minuti. L’obiettivo è fare una sintesi di una settimana di “mele” in inglese come settimana scorsa. Ci riuscirò?
Scopriamolo assieme.
È tempo di aggiornare le nostre mappe.
Ho iniziato la settimana con una riflessione emersa durante una passeggiata domenicale lungo il fiume. Anzi, l’ispirazione viene da una cena con Giulia di qualche sera prima. Mi sono immaginato di quando anni fa non avevamo gli smartphone e i navigatori delle auto andavano aggiornati a mano. Ricordo quanto poteva essere stressante provare andare in giro per una città con il navigatore non aggiornato. Poteva succedere di perdersi, di girare in tondo, di finire contro mano in un senso unico o in una strada senza uscita.
Quanto è facile arrabbiarsi quando succede. Con chi ha cambiato le strade, con chi ha fatto il navigatore, con chi gli altri intorno che ci suonano e mandano a quel paese, con chi è in macchina con noi e con noi stessi che non abbiamo aggiornato le mappe. Eppure tutta questa rabbia è inutile. Se non puoi aggiornare la mappa, tanto vale lasciar perdere e chiedere indicazioni, come quando le mappe non c’erano.
Leggendo le notizie di questi ultimi tempi, ho l'impressione che molte persone, in particolare uomini, stiano cercando di navigare la realtà usando mappe obsolete. E quando queste persone si ritrovano perse o bloccate, anziché aggiornare la loro mappa, si fanno prendere dalla rabbia su altre persone o su loro stessi. Anzi, molti non si rendono nemmeno conto che stanno usando una mappa non aggiornata, così si autoconvincono che ad essere sbagliata è la realtà stessa, con conseguenze terribili.
Le mappe di cui parlo sono le mappe di senso, quelle interiori che tutti noi usiamo per leggere e navigare nella realtà. Ecco, quelle mappe possono essere aggiornate. Se vi sentite persi o bloccati, se la realtà non si allinea con la vostra mappa, potrebbe essere il momento di aggiornare le mappe interiori. E, se non sapete come fare, chiedete aiuto.
Aggiorna regolarmente il tuo linguaggio.
Ogni lingua procede come un sistema di navigazione. Le cose nominate sono punti fissi allineati o confrontati, che consentono a chi parla di tracciare la mossa successiva. — Bruce Chatwin
Un pezzo fondamentale delle nostre mappe interiori è fatto dalle parole che usiamo. Le parole sono potenti, non solo guidano la nostra lettura della realtà ma la creano proprio.
I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo. - Ludwig Wittgenstein
Quindi, se vuoi aggiornare le tue mappe interiori, un ottimo punto di partenza è il tuo linguaggio. Quali parole usi? Come le usi? Che impatto hanno su di te? E sugli altri?
Le parole che usi dicono da dove vieni. Le parole che scegli dicono dove vuoi andare. - Paolo Borzacchiello
Non sei tu a trovare le idee creative, sono loro a trovare te.
"Quindi il mondo è in continuo movimento, e la vita creativa in esso non si ferma mai. Possiamo osservarla e, se decidiamo di farlo, possiamo parteciparvi. Ma se non partecipiamo, va avanti comunque."
Le parole sopra sono di Rick Rubin (la traduzione è mia) e le ho prese da un’intervista in un podcast. Quindi ci sono due scelte, almeno, da fare se vogliamo essere creativi. Una è quella di partecipare ma l’altra è quella di stare in ascolto. Infatti, possiamo scegliere di partecipare quando veniamo invitati.
Come afferma Rubin, la vita creativa dell'universo non si ferma mai, è continua ed è ovunque. Le possibilità sono costantemente alla ricerca di qualcuno che le realizzi. Sussurrano i loro richiami finché qualcuno non li sente e sceglie di rispondere. Possono farlo attraverso le cose che accadono attorno a noi o attraverso le intuzioni che accadono dentro noi. Per accogliere il loro invito, tuttavia, dobbiamo prima essere aperti a riceverlo.
Essere creativi significa quindi rendersi disponibili, essere aperti alle possibilità e disposti a rispondere al loro richiamo.
Sii utile dove sei con quello che hai.
Racconto spesso questo piccolo evento accaduto durante il mio ultimo pellegrinaggio in India. Un piccolo evento che mi ha insegnato molto.
È già buio quando il contadino che ci ha offerto un passaggio col suo trattore, ci lascia ad un incrocio. Purtroppo deve andare a casa e non può portarci fino all’ashram che è la nostra destinazione per quella sera. Ci indica però la direzione giusta. Dobbiamo camminare mezzora lungo una strada di campagna, e poi andare a sinistra al bivio che incontreremo.
Li all’incrocio c’è un po’ di gente che ci osserva. Non capita tutti i giorni di vedere un gruppo di pellegrini con in mezzo degli europei. Non ci faccio molto caso, sono abituato ad attirare gli sguardi quando sono in quelle zone. Salutiamo il ragazzo che ci ha dato il passaggio e ci avviamo a piedi per l’ultimo tratto della giornata. Come spesso in quei giorni, sono in coda al gruppo. Dietro di me, un uomo cammina in silenzio. Vedo luci più avanti nella strada ed è ora di cena, quindi immagino stia tornando a casa.
Camminiamo per trenta minuti circa. La strada è buia fatto salvo qualche casa qui e li dove le famiglie sono riunite per cena. Finalmente arriviamo al bivio. Ci raduniamo sotto un lampione, per contarci prima di prendere la strada che ci porterà all’ashram. Con noi si ferma anche l’uomo che ci ha seguito in silenzio fino a quel momento. Si avvicina, e ci indica la strada che dobbiamo prendere per arrivare a destinazione. Poi sorride, saluta e riparte da dove è venuto. Sono convinto che abbia camminato per mezz'ora con noi solo per assicurarsi che prendessimo la strada giusta.
Non aveva nulla da offire se non la sua conoscenza del luogo e la sua disponibilità ad aiutare. E quello ci ha dato.
Sii utile dove sei con quello che hai.
A volte serve un buon amico e un po' di gioco.
Domenica scorsa sono andato a camminare con Renzo. Era una bella mattina di fine novembre. L’aria era fredda, il sole caldo sulla pelle. Decidiamo di andare al fiume, la Piave (il fiume sacro alla patria che qui chiamiamo al femminile). Andiamo in una zona dove nessuno dei due è mai stato. Camminiamo per un pezzo lungo campi coltivati cercando un sentiero che tagli attraverso la boscaglia e ci porti all’acqua. Dopo un po’, non trovando nessuna apertura decidiamo di inoltrarci fra alberi e arbusti. Camminiamo per un po’, gli alberi sono sempre più fitti, il terreno sempre più melmoso e rovi e rampicanti cercano di intrappolarci. Perdiamo il senso del tempo e anche della direzione. Siamo sudati e infangati. Del fiume non c’è traccia e abbiamo perso di vista anche il sentiero da cui siamo venuti.
Torniamo indietro o andiamo avanti?
Ad ogni passo rischiamo di cadere o lasciare le scarpe nel fango. E li penso che questo è quello che succede con tutti i viaggi di cambiamento o trasformazione. Arriva quel momento in cui non vedi più quella versione di te ben nota che hai lasciato e nemmeno quella a cui speri di arrivare. Sei li nel mezzo, stanco, sudato e coi piedi nel fango. Ti vengono un sacco di dubbi, ti chiedi se tutta sta fatica ha senso. Ti è mai capitato?
Alla fine noi abbiamo deciso di andare avanti. Tanto ormai, più infangati di così era difficile. E poi abbiamo cominciato a scherzare e riderci su. Dopo un po’, all’improvviso il fiume è li, davanti a noi. Bello come non mai. E tutto è perfetto.
Penso che se non ci fosse stato Renzo non ci sarei arrivato di la. Al primo passo nella melma, al primo inciampo nei rovi sarei probabilmente tornato indietro. E invece siamo arrivati in fondo, e ne valeva davvero la pena. Quindi forse, anche nei cambiamenti, può aiutare avere una persona amica vicino e magari giocare un po’.
Certo, poi bisogna pulire le scarpe dal fango ma questa è un’altra storia.
Sono appena finiti i quarantacinque minuti ma ormai sono in fondo e non mi va di lasciare questo pezzo incompiuto. Quindi un ultimo sforzo. Quello della poesia. Ogni settimana, il sabato raduno quello che ho scritto e con l’aiuto dell’intelligenza artificiale compongono un piccolo poema. Con quello di questa settimana, chiudo e ti saluto.
Muore la vecchia mappa
Nuova via, nuovo mondo
Nuova parola, nuovo canto
Apriamoci all'universo
Lasciamoci guidare dall'ispirazione
Le idee ci chiamano
Usciamo dal nostro guscio
Siamo utili, anche con poco
Un sorriso, un gesto
Un amico ci sostiene
Ci fa sentire meno soli
Un faro nel fango
Il gioco ci libera
Ci fa vedere le cose da un'altra prospettiva
Ci aiuta a superare
Allora, aggiorniamo
Apriamoci, siamo utili
Giochiamo
Il mondo ci attende
Abbiamo il potere di cambiare