Non ci sono depositari della Verità
L’essenza umana non sta nell'arrivare, ma nell'essere quasi arrivati.
Prendiamole sul serio le novità che impariamo sul mondo, anche se cozzano contro i nostri pregiudizi su come sia fatta la realtà. Questo mi sembra un atteggiamento di rinuncia all’arroganza del sapere, e insieme una fiducia nella ragione e nella sua capacità di imparare.
La scienza non è Depositaria della Verità ma si appoggia sulla consapevolezza che non ci sono Depositari della Verità.
Le righe qui sopra sono prese da Helgoland di Carlo Rovelli. È un saggio del 2020 sulla meccanica quantistica e mi è stato regalato dal mio amico Andrea per Natale. È anche i primo libro che ho letto nel 2024 e non potevo trovare miglior inizio per quest’anno. Rovelli ci porta dentro il complesso mondo della meccanica quantistica raccontandone la storia e l’evoluzione, ma anche le contraddizioni e le tante domande ancora irrisolte. Si parla di fisica insomma, ma anche di storie, di persone, di intuizioni, di idee e filosofia. Forse è proprio per questo che l’ho apprezzato molto.
Ma non voglio fare una recensione del libro - che comunque consiglio vivamente - ne dilungarmi sul tema dei quanti, per cui non ne ho le competenze.
Voglio invece prendermi un momento questa mattina per riflettere sulle parole di Rovelli con cui ho aperto questo articolo e che mi hanno colpito particolarmente.
Non ci sono Depositari della Verità.
Dovrebbe essere un mantra da imparare fin da bambini. Da ripetere ogni mattina prima di uscire di casa. Da usare come introduzione prima di ogni riunione o incontro, da stampare su ogni tessera elettorale, da scolpire sulle facciate di ogni istituzione pubblica e, oserei dire persino davanti ad ogni tempio. Dovrebbero ripetersela continuamente politici, leader, guru ed esperti in ogni angolo del mondo.
Non ci sono Depositari della Verità.
Questo non significa che la Verità non esista.
Anzi.
La ricerca della Verità è l’essenza stessa della scienza come della spiritualità. Ma la Verità, nella sua interezza, è inconoscibile. E quindi non finiremo mai di cercarla. E non smetteremo mai.
Ogni giorno, la nostra ricerca ci porta un po’ più vicini. E quando ci sembra di averla trovata, quello che abbiamo è solo il punto di partenza di una nuova ricerca. Che ci porterà sempre più vicini. Ma mai ad afferrarla pienamente.
Mi viene in mente una meravigliosa poesia di David Whyte, forse la mia preferita, intitolata Close, cioè Vicino.
Close is what we almost always are: close to happiness, close to another, close to leaving, close to tears, close to God, close to losing faith, close to being done, close to saying something, or close to success, and even, with the greatest sense of satisfaction, close to giving the whole thing up. Our human essence lies not in arrival, but in being almost there.
L’essenza umana non sta nell'arrivare, ma nell'essere quasi arrivati.
Io non so, ma penso che se ci ricordassimo ogni giorno che non siamo mai arrivati, e che niente e nessuno è depositario della Verità, tantomeno noi, allora forse, e dico forse, smetteremmo di farci guerre assurde in nome di illusioni che chiamiamo verità. E magari potremmo iniziare a trovare pace.
O, almeno, avvicinarci un po’ di più.
We are in effect, always, close; always close to the ultimate secret: that we are more real in our simple wish to find a way than any destination we could reach: the step between not understanding that and understanding that, is as close as we get to happiness.
Ti auguro una settimana di ricerca che ti avvicini a ciò che cerchi,