Il "Maggiolino tutto Matto", è un film della Walt Disney del 1968. È, o forse sarebbe più corretto dire era un tipico film da vacanze natalizie. Una favola divertente con buoni e cattivi, in cui i primi alla fine trionfano sui secondi. Di quel film, ricordo veramente una cosa sola. Anzi una frase. La dice nel finale uno degli antagonisti, tale Mr. Wu.
Un uomo saggio disse una volta: "Quando arrivi all'ultima pagina, chiudi il libro!"
Nel film lo dice per fermare il suo aiutante, che vorrebbe provare qualche altro trucco scorretto nei confronti del protagonista. Un modo per dire che una volta che si è arrivati in fondo a qualcosa, dobbiamo imparare a lasciar andare per poter iniziare qualcosa di nuovo.
In questi giorni stiamo scrivendo l’ultima pagina di questo libro intitolato “2023”. Un libro unico perché ne siamo i protagonisti e gli autori allo stesso tempo.
Prima di chiudere questo libro e metterlo in archivio, voglio prendermi il tempo per un’ultima occhiata. Uno sguardo veloce, per segnarmi le cose che voglio ricordare in futuro.
Per farlo, uso una versione leggermente modificata di un modello molto semplice ideato da David Clutterbuck per creare spazi di riflessione alla fine di sessioni, conversazioni o riunioni: il modello 4i. Il modello originale è basato su quattro passi, appunto:
Issues: quali sfide ho affrontato?
Insights: quali sono stati i miei apprendimenti?
Ideas: quali idee ho generato?
Intentions: cosa intendo fare in futuro?
Io ho semplicemente modificato la prima i, aggiungendo “information” a “issues”. Quindi non solo le sfide che ho affrontato, ma anche le informazioni o conoscenze che ho raccolto. Come si procede?
Poiché non mi piace suggerire cosa che non uso io stesso, lo faccio qui e ora. Mentre scrivo sono le 15:45 del 29 dicembre. Ho appena lanciato un brano che dura esattamente 30 minuti. Non sono molti, lo so. Ma in questo modo evito di rimuginare e mi concentro su ciò che è importante. Ora inizio che son già passati tre minuti.
Issues/Information
Quali sfide ho affrontato? Quali nuove informazioni ho raccolto?
Ho affrontato un progetto nuovo in un ruolo nuovo, facendo degli errori di valutazione e, soprattutto, facendo delle assunzioni che hanno creato poi delle difficoltà.
Ho detto si a varie cose che poi non sono riuscito a portare a termine.
I progressi sul libro nuovo sono stati decisamente inferiori alle aspettative.
Ho preso iniziativa con persone nuove (fuori dall’Italia) che hanno creato possibilità inattese.
Mi sono lanciato in qualche progetto senza strategia ne pianificazione, concludendo poco o nulla.
Dopo un periodo di distacco, ho ricominciato a fare coaching con regolarità e qualche titubanza, riscoprendo che mi piace molto.
Ho preso più rischi del solito, professionalmente.
Ho smesso di nascondere la mia inquietudine e iniziato ad esplorare come renderla un punto di forza.
Ho camminato più del solito.
Insights
Quali sono stati i miei apprendimenti? Cosa ho scoperto?
I miei “SI” sono preziosi, devo usarli con parsimonia.
La semplicità mi permette di essere più efficace.
Ricordarmi di avere fiducia mi alleggerisce, e mi permette di essere più creativo ed incisivo.
Essere coach e mentor è meraviglioso (forse è più una conferma che un apprendimento).
Ogni persona è un dono unico.
Ciò che mi rende unico può essere una maledizione o una benedizione. Dipende da me.
Le persone giuste attorno fanno tutta la differenza del mondo.
Per essere creativo ho bisogno di vitalità fisica, igiene emotiva e chiarezza mentale.
Le due missioni che mi fanno vibrare sono diffondere il mentoring e supportare “evoluzionari”, cioè innovatori che vogliono evolvere e far evolvere il mondo.
Ideas
Quali idee ho generato partendo dai miei insights?
(Ho ancora 10 minuti, forse sono andato un po’ lungo con le prime due fasi.)
Ogni mese avrò due progetti principali (I miei due SI) che avranno la priorità su tutto.
Cinque pratiche essenziali su cui focalizzarmi: rimandare la gratificazione, gratitudine, riflessione, gioco e contemplazione.
Prima di dire si ad un progetto chiedermi quale delle due missioni quel progetto mi aiuta a portare avanti.
India.
La realizzazione di sé è un concetto sferico.
Intentions
Quali sono le mie intenzioni per il nuovo anno?
Scegliere con cura come usare il mio tempo, o almeno una parte importante del mio tempo.
Dedicarmi quotidianamente alle mie cinque pratiche essenziali.
Avere cura della mia vitalità fisica, della mia igiene emotiva e coltivare chiarezza mentale.
Dedicare più energie all’India.
Scrivere, tanto. Finire il secondo libro. Scrivere il terzo.
Non fare assunzioni (o almeno farne il meno possibile).
Non avere paura di essere me. Anche con la mia inquietudine.
Amare. Sempre. Tanto. Tutto. Tutti.
Fare un sacco di gite con la persona che amo.
Collaborare sempre più con persone che mi aiutano ad evolvere.
Camminare e contemplare.
Tempo scaduto!
Sicuramente ho dimenticato dei pezzi. Riguardo velocemente la lista e già sento una vocina dentro che vorrebbe togliere, cambiare o aggiungere qualcosa. Ma la lascio così. Grezza e vera come è venuta. Primo perché così non mi posso nascondere avendolo detto a tutti. Secondo perché fatto è meglio di perfetto, e in questo momento sento un gran bisogno di fare.
Magari aggiornerò la mia lista nella prima pagina del libro nuovo, quello che si intitola “2024”.
Fra le mie intenzioni c’è praticare la riflessione, e direi che questo piccolo esercizio è decisamente adatto. C’è anche il giocare, e questo post è un po’ un gioco. E anche mettermi in gioco.
E poi c’è la gratitudine. E quindi voglio chiudere ringranziando soprattutto te.
Te che hai letto fino a qui, prima di tutto. Te che magari mi hai seguito in questi mesi o che magari mi scopri oggi per la prima volta. Te che nonostante le sfide di quest’anno sei qui a riflettere su come migliorare l’anno prossimo.
Te, che sei un dono.
Perché sei un dono, fidati. So che a volte è facile scordarselo, ma lo sei.
Grazie di cuore.
E ricordati di chiudere il libro quando arrivi all’ultima pagina!